Last Updated on Agosto 6, 2019 by Cristina (DS author)
Benvenuto nella seconda lezione sugli elementi che compongono una storia romanzata. In questo articolo, vado ad analizzare per ordine gli elementi che compongono una storia classica generale. In altre lezioni, andrò ad approfondire i vari generi narrativi. Ora, lavoriamo sulla base generale, importantissima per poter sviluppare tutti i generi.
Dividiamo la storia in 3 atti e 3 lezioni, seguendo lo schema della struttura in tre atti, nella versione creata dal maestro Robert Mckee.
Vediamo qui la struttura del secondo atto e analizziamo come utilizzare gli elementi che lo compongono.
IL SECONDO ATTO (lo sviluppo centrale)
Il secondo atto è lo sviluppo centrale della storia. Dura più di un terzo del racconto (possiamo dire che finisce a tre quarti di storia, perché prende spazio al terzo atto, che è il più corto). È, infatti, il più lungo dei tre atti.
Prepara il protagonista allo scontro finale con il nemico (che è la sua paura più profonda). Lo aiuta a comprendere i suoi punti di forza e di debolezza, per accrescere la consapevolezza di se stesso e del suo problema.
Il secondo atto è formato da questi 2 elementi che ne rafforzano l’efficacia di narrazione:
- Continuazione della serie di ostacoli;
- Seconda svolta.
Andiamo a vedere nel dettaglio cosa sono e come svilupparli.
Se vuoi tornare indietro, puoi rivedere la lezione precedente sul primo atto.
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Continuazione della serie di ostacoli
Dopo la prima svolta, la posta in gioco del personaggio aumenta, perciò aumentano le difficoltà e i rischi di ogni decisione che egli è costretto a prendere. Gli ostacoli di questa fase si avvicinano in modo intimo alle paure più profonde del personaggio.
Come ti ho già detto nella lezione precedente, la prima svolta cambia direzione alla storia, e quindi anche agli ostacoli, che si trasformano di un diverso tipo.
Lo si può vedere nell’esempio che ho fatto alla conclusione del primo atto, riferito alla prima svolta.
Lo riprendo per evidenziarlo:
Un uomo deve “ritrovare la moglie”, nonché madre dei suoi figli, che ha abbandonato la famiglia. La trova, ma scopre che lei si è rifatta un’altra vita con un altro uomo.
La direzione della storia cambia, ma non la storia, perché da quel momento il protagonista deve cercare di far tornare la moglie in sé e riportarla dalla famiglia (quindi deve “ritrovare la moglie” amorevole verso la famiglia, che ora sembra non esserci più).
Se provi ad immaginare quali ostacoli debba affrontare l’uomo prima della svolta e quali dovrà affrontare dopo della svolta, vedrai bene che le cose cambiano di molto. Prima c’è la ricerca di una persona scomparsa, con i determinati ostacoli, e poi c’è la lotta per riconquistare la moglie che probabilmente lo aiuterà a comprendere in cosa ha sbagliato come marito. Gli ostacoli cambiano, eccome!
Infatti, questa serie di ostacoli serve proprio a preparare il personaggio allo scontro finale con la sua paura più grande, “gettandolo nella fossa dei leoni”, come se gli dicessero: “tu devi stare qui e affrontare questa cosa, non c’è via di scampo o perderai tutto, non avrai più niente”.
Questi ostacoli mettono in discussione tutta la sua vita e il suo senso dell’esistenza. Quindi, a questo punto crea questa sequenza di ostacoli, che prendono nuove strade più vicine all’essenza del protagonista. Per aiutarti, rivedi la tipologia di ostacoli che esistono e che trovi nel primo atto della storia.
Una volta creata questa serie di ostacoli, avrai bisogno dell’ottavo elemento della storia: la seconda svolta.
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Seconda Svolta
Abbiamo già parlato della svolta nel primo atto. Il metodo è lo stesso, solo che c’è qualcosa da evidenziare sulla “seconda svolta”.
Infatti, questa seconda svolta è diversa dalla prima, in quanto è un evento che aiuta il protagonista a prendere coscienza di quale sia la sua paura più grande, e a prepararsi allo scontro finale con l’origine del suo male.
Mostra al protagonista il problema originario che ha generato quella paura (portandolo all’origine del suo male) e lì il personaggio capisce che non può evitare lo scontro, perché la sua vita è segnata da quella paura. Alla luce di questa nuova consapevolezza, il personaggio si rende conto, inoltre, che per poterla affrontare deve cambiare strategia.
Ti ripropongo, a proposito, la struttura di come è formata la svolta, prima di mostrarti con un esempio la differenza tra la prima e la seconda svolta.
La svolta (o colpo di scena) si compone di due fasi:
Nella prima fase: sembra che la situazione sia risolta.
Nella seconda fase: si scopre, invece, che il vero problema non è quello che il protagonista pensava di aver risolto, ma un altro molto più grave.
Può essere generata:
- da una reazione sbagliata del personaggio;
- da un cambiamento dell’antagonista, che capisce il vero punto debole del protagonista e cambia strategia;
- o dal protagonista stesso, che per affrontare il nemico decide di cambiare strategia, trovandosi un alleato che conosca maggiormente il suo nemico (o problema) o facendo qualcosa di diverso e inaspettato per il nemico.
Vediamo un esempio di seconda svolta:
Una seconda svolta può essere, prendendo ad esempio la storia che abbiamo usato per la prima svolta (quella dell’uomo che doveva ritrovare la moglie):
L’uomo riesce a capire cosa ha fatto cambiare la moglie: cioè, il suo carattere da marito distratto e assente. Quindi, da quel momento deve dimostrare alla moglie di essere cambiato e di voler riportarla a casa perché le manca davvero e perché non può vivere senza di lei. È lui l’unico che può far ritornare la moglie in sé.
L’obiettivo della storia non cambia neanche in questo caso, perché ciò che fa il protagonista è sempre cercare di “ritrovare la moglie” di un tempo.
La posta in gioco del protagonista aumenta, perché deve cambiare se stesso e capire i suoi errori, e questo lo avvicina alla sua più grande paura (l’origine del suo male): cioè, il fatto di non sentirsi in grado di fare il marito e padre (si scopre da questa svolta che il problema era che lui passava più tempo a lavoro che in famiglia, perché temeva di non saper fare il padre, e cercava così di evitare di passare molto tempo in famiglia).
Quindi, a questo punto, crea questa seconda svolta in modo da far avvicinare il personaggio alla sua paura più grande.
Con questo esempio, concludo la parentesi dedicata alla seconda svolta e il paragrafo che completa il secondo atto.
Infatti, questa seconda svolta è l’elemento con cui si conclude il secondo atto della storia.
Per completare la storia, devi andare a vedere gli elementi che compongono il terzo atto: ovvero, il finale della storia.
Se vuoi tornare indietro, puoi rivedere la lezione precedente sul primo atto.